Il vigneto del mese: Quena
Il nostro sopralluogo in Valpolicella Classica questo mese ci ha portati a Quena, sulle colline che dominano a Nord-Est il paese di Negrar. Ci troviamo in un vigneto reimpiantato di recente, ma con una lunga storia alle spalle.
La primavera è finalmente sbocciata, cogliamo quindi l’occasione per parlare di rinascita e dell’importante ruolo svolto dall’acqua. Sotto al vigneto, così come in tutta l’area in cui si estende questa frazione, scorre una vena acquifera con molte diramazioni e la grotta, la fontana, i pozzi e, nel periodo più piovoso, anche un breve ristagno nei filari, ci riconducono a questo importante elemento: l’acqua.
Il nome “Quena”, di origine latina, riporta all’acqua.
L’immagine della frazione attraversata da un piccolo rigagnolo che a tratti scompare sotto vecchi ponticelli di pietra lavorata, ci riporta ad un passato antico e romantico, dove la presenza umana si è armoniosamente insediata in questa deliziosa contrada sopra il paese di Negrar.
Come si può ben immaginare, qui la vite non soffre mai la siccità. È un aspetto importante soprattutto per la Corvina, una delle nostre varietà autoctone che soffre maggiormente lo stress idrico durante il periodo estivo; nelle estati molto calde e asciutte proprio la Corvina viene messa a dura prova nell’accumulo degli zuccheri e delle sostanze aromatiche. Soprattutto quando le viti sono ancora giovani, con un apparato radicale poco sviluppato, la siccità blocca la sintesi degli antociani, dei polifenoli ed ostacola la sua completa maturazione.
In questa località tutte le nostre varietà autoctone si esprimono al meglio, perché si giovano della splendida esposizione verso Sud, di un terreno fertile e ricco di minerali e di una equilibrata disponibilità di acqua nei periodi di maggior necessità.