#reciotomemorabile: l’iniziativa per chi ama sperimentare, degustare e raccontare

#reciotomemorabile: l’iniziativa per chi ama sperimentare, degustare e raccontare

In primavera il Recioto non può mancare nelle nostre case, sulle nostre tavole.
Quest’anno, per festeggiare i suoi 30 anni, Domìni Veneti ha ideato

#reciotomemorabile

una proposta curiosa e divertente per chi ama sperimentare, degustare e raccontare.

Scopri nelle prossime righe come partecipare all’iniziativa!

#reciotomemorabile

è un invito a cimentarsi nella cucina creativa e nell’arte degli abbinamenti più inediti e stravaganti.

Potrai sorprendere amici, ospiti e perché no, anche il tuo palato!

Inoltre gli autori delle fotografie più apprezzate dalla commissione di #reciotomemorabile vinceranno 6 bottiglie del loro Recioto preferito!

In Valpolicella il Recioto, più di qualsiasi altro vino, esprime una moltitudine di emozioni, sensazioni e valori racchiusi in un’esperienza di degustazione che può stupire anche i palati più sofisticati.

Ottenuto con un modello di produzione tradizionale, il Recioto rimane un prodotto di nicchia, anche nelle sue versioni più moderne.

Ma anche se il mercato non vede grandi consumi in termini quantitativi, molti appassionati si stanno avvicinando a questo intrigante passito rosso che affascina oltre che per la sua dolcezza, il suo profumo e le sue antiche origini, soprattutto per la sua autenticità e il suo sapore inimitabile.

Noi crediamo infatti che tutti possano apprezzare appieno il carattere intenso e le sfumature del Recioto Domìni Veneti, non solo i più raffinati cultori enologi e sommelier.

Per questo Domìni Veneti ha ideato ben 4 diverse interpretazioni:

Scegli un Recioto per ogni occasione e prepara tu stesso uno dei piatti che ti suggeriamo in abbinamento a ognuna delle 4 versione del Recioto Domìni Veneti.

VUOI SAPERE COME VINCERE IL TUO RECIOTO PREFERITO?

Ecco 3 semplici passi per partecipare all’iniziativa gratuita #reciotomemorabile:

  1. SCEGLI L’ABBINAMENTO E PREPARA IL TUO PIATTO
  2. FOTOGRAFA IL TUO PIATTO
  3. SPEDISCI IL TUO COMMENTO IN MERITO ALL’ABBINAMENTO CHE TI ABBIAMO PROPOSTO E ALLEGA  4 FOTOGRAFIE DEL TUO PIATTO

 

L’iniziativa è gratuita e valida fino al 31.5.2019.
Le fotografie devono pertanto pervenire entro tale data all’indirizzo di posta elettronica: eventi@dominiveneti.it
Si consiglia di inviare da 3 a 5 fotografie in buona definizione.

Partecipa gratuitamente alla selezione #reciotomemorabile!
Inviaci anche il tuo racconto (con chi hai degustato il piatto, come ti è sembrato l’abbinamento che ti abbiamo suggerito, …) insieme alle fotografie dell’abbinamento che hai scelto, entro il 31 maggio 2019.

Potrai ricevere in omaggio 1 visita guidata in cantina per due persone + 6 bottiglie del tuo Recioto preferito.
(In caso di impossibilità a partecipare alla visita guidata in cantina potremo spedirti il Recioto a casa).

Fra le fotografie che ci perverranno verranno selezionate le migliori per ogni tipologia di Recioto.

Protagonisti assoluti 4 abbinamenti inediti che ti proponiamo di sperimentare, degustare, fotografare e raccontare.

Sì hai capito bene: noi non ti diamo la ricetta, ti offriamo qualche suggerimento e tu sperimenti il piatto che più ti incuriosisce.
Potrai preparare 4 piatti sorprendenti. Poi se ti è piaciuta l’idea puoi mandarci la fotografia del piatto e la tua ricetta.
Le fotografie vincitrici verranno pubblicate sul nostro sito.

Scopri con noi il fascino di un vino antico che ha ancora molto da raccontarci e vinci il tuo Recioto preferito con #reciotomemorabile!

Abbinamento n. 1

Recioto Classico DOC Domìni Veneti


Recioto Classico della Valpolicella Domìni Veneti 2016
Colomba Pasquale di pasticceria servita con salsa ai lamponi freschi e spuma di mascarpone al profumo di Gorgonzola fresco DOP e polvere di cacao amaro.

Questo abbinamento valorizza la freschezza dei profumi di frutta fresca del vino e la fragranza del dolce classico pasquale da forno.

Abbinamento n. 2



Recioto della Valpolicella DOCG Classico “Vigneti di Moron” 2013
Straccetti di fegato alla griglia in insalata di radicchio rosso veronese saltato in padella con aceto balsamico DOP di Modena e uvetta, guarnita con pinoli tostati.

Le note amaricanti del piatto incontrano l’elegante dolcezza di questa interpretazione di Recioto invecchiato a lungo in legno.

Abbinamento n. 3

 

Recioto della Valpolicella DOCG Classico Spumante 2016
Panettone gastronomico farcito alla crema di formaggio di Monte Veronese Mezzano al sapore di Scorzone della Lessinia con strati di coppa al Valpolicella DOC Domìni Veneti.

Un intreccio di intriganti e complessi sentori che l’effervescenza della spumantizzazione può solo esaltare.

Abbinamento n.


Recioto della Valpolicella DOCG Classico “Amando” 2011
Medaglione di foie gras condito con gocce di riduzione di Amarone Classico della Valpolicella Domìni Veneti 2015 e cioccolato fondente al 70% su bruschetta di pan brioche tostata accompagnato da prugne secche caramellate al burro, Recioto della Valpolicella DOCG Classico “Amando” 2011  e cannella.

Un gusto nobile non ha bisogno che di semplicità e fantasia.

  

E per i più curiosi… un pizzico di storia
Alle origini del Recioto: dal vino Retico all’Acinatico

 

  • La vitis vinifera giunge probabilmente nell’area del Garda intorno al VII secolo a. C. portata dagli Etruschi, mentre il vino retico conosce il suo massimo splendore nell’era dell’imperatore Augusto (23 a.C. – 14 d.C.). In De vita Caesarum lo scrittore e biografo Svetonio (70-126 d.C.) affermava che l’imperatore esigeva abitualmente il vino Retico sulla sua tavola.
  • Dell’uva retica si otteneva un vino possente, considerato dal poeta Virgilio (70-19 a.C.) secondo solo al Falerno e nella sua Naturalis Historia lo scrittore, ammiraglio e naturalista romano Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) scrive che i vini retici venivano serviti nei triclini romani dell’imperatore Tiberio (42 a.C.-37 d.C.) esaltando la panacea veronensis, adatta a curare ogni male.
  • Il primo a descrivere il vino retico come vino pregiato fu Catone il Censore (234-149 a.C.). Successivamente il geografo greco Strabone (60-21 a.C. circa) scrisse: “il retico proveniva dalle prime pendici dei monti occupati dai Reti affacciantisi alle frontiere dell’Italia fra Como e Verona”.
  • Lo studioso di agraria Columella (4-70 d.C.) affermava invece che le viti retiche necessitavano di una grande quantità di lavoro umano. Si ipotizza che le dimensioni di una singola azienda non superassero i 5 ettari e le aree vitate collinari i 5000 ettari. Le coltivazioni si estendevano soprattutto in Valpolicella (Pagus Arusnates), Valpantena e si presume vicino a Lazise (Pagus Claudienses).
  • In località Ambrosan sono stati rinvenuti resti di una villa romana del II-III sec. d.C. con locali muniti di un sistema di riscaldamento sotto la pavimentazione (ipocausto) riservati all’essicamento delle uve per la produzione del vino retico a confermare che la tecnica dell’appassimento era molto diffusa già presso i romani.
  • Dopo l’età romana e con il succedersi delle invasioni barbariche, la viticoltura rimase attiva solo attorno ai monasteri e il vino veniva usato soprattutto per scopi religiosi e medicinali. Le classi dominanti, i papi, gli imperatori del Sacro Romano Impero e i nobili continuavano a bere vino alle loro tavole.
  • Una scrupolosa descrizione che ci tramanda Cassiodoro non lascia alcun dubbio quando ordina per il suo re Teodorico il Grande(493526) il vino che attualmente si chiama Recioto e che allora prendeva il nome di “Acinatico”.

Dal Medioevo alla Repubblica di Venezia

  • Il Medioevo è stato il periodo di massima espansione del vigneto: occorreva procurare il vino da messa oltre che per le osterie in città.
  • Nel 1300 si stima che in Valpolicella la superficie agraria dedicata alla viticoltura fosse attorno al 40%.
  • Nel 1311 l’area della Valpolicella si stacca amministrativamente dal Comune di Verona per costituirsi in Contea concessa dall’imperatore Arrigo VII a Federico della Scala.
  • L’avvento della Repubblica Serenissima di Venezia nel 1405 intensifica il commercio dei vini veronesi lungo il fiume Adige fino al Canal Grande e in epoca rinascimentale in un trattato si parla di un vino “proveniente dai piccoli racemi dell’uva Retica”, chiaro riferimento all’Acinatico, l’attuale Recioto.

 

Perché il nome Recioto?

  • Il nome “Recioto” compare verso la fine dell’800 e varie sono le possibile origini, dal medioevale “Recis” (grappoli staccati) al latino “Racemus” (grappolo scelto), ma quello più probabile deriva dal dialettale “Recia” che significa orecchio. Infatti si usava scegliere per questi vini solo le parti laterali
    del grappolo perché più mature e zuccherine
  • Nel 1899 Giovanni Battista Perez, ingegnere, assessore e segretario dell’Accademia di Agricoltura di Verona, lo descrive in questo modo: Quantunque adesso sia passata la moda del vino rosso dolce, havvene tuttavia uno il quale persiste nella Valpolicella e nella Valpantena. È il recchiotto, una specie di vino alcolico e zuccherino, invecchiato e perfezionato senza artifici.
  • Verso la fine dell’800 la moda del gusto dolce comincia a cambiare: si imparano ad apprezzare anche i vini secchi tanto che nel 1888, al Convegno Enologico tenutosi a Padova, alcuni contestatori definirono il Recioto aberrante bevanda di una strana enologia.

 

Primo Novecento

  • Nei primi decenni del ‘900 la filossera si diffonde tra i vigneti della Valpolicella e anche qui solo l’innesto della vitis vinifera su vite americana consentirà di sconfiggere il parassita.
  • Giuseppe Silvestri, giornalista e scrittore, fu il primo a battersi per difendere la Valpolicella dalle devastazioni: Non lo splendore del paesaggio, non gli eventi della storia, non i monumenti dell’arte, non i canti dei poeti, ha servito a render nota la Valpolicella quanto il suo prodotto tipico: il vino.
  • Nel secondo Dopoguerra in Valpolicella le categorie merceologiche più diffuse erano quattro: il “vino dolce” cioè il Recioto, il “mezzo Recioto”, il ”vino con vena un po’ meno dolce” del precedente e il “vino amaro”.
  • La differenza di prezzo tra loro poteva essere piuttosto rilevante: se il “vino amaro” valeva una lira, il Recioto valeva dieci volte tanto.
  • Nel secondo Dopoguerra in Valpolicella si diffonde sempre più l’utilizzo delle arele o taoloni per l’appassimento delle uve, originariamente destinati all’allevamento dei bachi da seta.
  • Nel 1968 il Valpolicella viene disciplinato con la DOC. Allora esistevano il Recioto della Valpolicella e il Recioto Amarone della Valpolicella. L’Amarone veniva prodotto in quantità limitate mentre la maggior parte della produzione era destinata al Recioto.
  • L’Amarone continua ad aumentare il suo successo tanto che a fine anni 80 si decide di distinguerlo dal Recioto. Dal 1990 inizia un cambiamento di mentalità tra i produttori vinicoli della Valpolicella che cominciano a spostare gli sforzi produttivi dal Recioto all’Amarone.

 

Festeggia 30 anni con Domìni Veneti e partecipa a #reciotomemorabile!
Potrai vincere 6 bottiglie del tuo Recioto preferito e soprattutto divertirti e sorprendere il tuo palato, quello dei tuoi amici e dei tuoi ospiti!

Aspettiamo i tuoi abbinamenti!