IL SOAVE: SEGRETI E CURIOSITA’ DI UN “VINO PAESAGGIO”

IL SOAVE: SEGRETI E CURIOSITA’ DI UN “VINO PAESAGGIO”

L’antico passato medievale di Soave ha fatto di questo borgo veronese, che ha perfettamente conservato la sua memoria, uno dei luoghi più suggestivi del Veneto. Con la sua maestosa rocca centrale e la sua spettacolare cinta muraria merlata ancora intatta è divenuto icona di un paesaggio riconosciuto per primo in Italia come patrimonio storico e rurale. Un riconoscimento ottenuto dall’Osservatorio nazionale del Paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali, istituito dal Ministero delle politiche agricole.

Le Colline Vitate del Soave sono inoltre il primo candidato italiano a diventare patrimonio dell’umanità dell’agricoltura secondo il programma GIAHS, istituito dall’ente internazionale FAO per la tutela dei paesaggi agricoli.

Il nome “Soave” invece potrebbe essere stato assegnato grazie alla bontà del vino e alla particolare ospitalità del luogo, dal poeta Dante Alighieri, amico di Cangrande della Scala, signore di Verona. Origine affascinante ma incerta. Antichissime sono peraltro le testimonianze sulla qualità di questo vino bianco secco che risalale ai tempi di Cassiodoro che lo definì quale “vino che riluce come lattea bevanda, di chiara purità […], di gioviale candidezza e di soavità incredibile”.  Il nome del senatore e prefetto alla corte del Re Teodorico, re d’Italia a Ravenna dal 493 al 526, è solitamente citato nella storia di un altro vino prelibato, il Recioto, in particolare per quella lettera inviata al Canonicato di Venezia, considerata la testimonianza storica più famosa relativa al vino veneto.

Come sappiamo l’apprezzamento dei vini veronesi è nota sin dai tempi più antichi, ma quali sono oggi le cinque parole chiave del Consorzio di Tutela del Soave?

 

  • Sostenibilità
  • Originale
  • Artigianato
  • Vulcanico
  • Etico

 

Ecco lo spirito nuovo di questo luogo che si esprime soprattutto attraverso il suo buon vino.

Il Soave Superiore D.O.C.G. nasce da uno dei vitigni a bacca bianca più importanti del Veneto, che ha trovato il suo habitat ideale nei rilievi collinari fra Soave, appunto, in provincia di Verona e Gambellara in provincia di Vicenza. Prodotto con almeno il 70% di uva Garganega, è previsto dal disciplinare che si possano utilizzare anche uve Trebbiano di SoavePinot Bianco e Chardonnay, oltre a uve non aromatiche provenienti da vitigni a bacca bianca autorizzati e raccomandati per la provincia di Verona.

Nell’area definita “classica” sulle colline del Soave vi sono oltre 1700 ettari di vigneti.

Ecco i segreti e i numeri del Soave

Un importante fattore di distinzione della zona sono sicuramente i suoli con le loro peculiari caratteristiche, suddivisi fra le pianure dei torrenti che scendono da Monti Lessini, le Prealpi Venete,  e quelli dei rilievi collinari prealpini. I primi con substrato costituito da alluvioni calcaree e alluvioni non calcaree i secondi con substrato costituito da rocce prevalentemente calcaree marine stratificate, vulcaniche o depositi di falda di detrito.

Il Soave viene prodotto in ben 13 comuni: Soave, Monteforte d’Alpone, San Martino Buon Albergo, Mezzane di Sotto, Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Caldiero, Ilasi e Lavagno.
Riguardo agli ettari coltivati il Soave ricopre complessivamente circa 7000 ettari di vigneto e conta 2870 produttori di uva per 190 Cantine che vinificano e 50 che imbottigliano.

La produzione si distingue in 617 ettari coltivati a Garganega e
102 a Trebbiano
218 a Chardonnay
260 a Pinot Grigio
e 249 con altri vitigni.

Mentre solo il 15% di Soave rimane in Italia il 30% del Soave viene esportato in Germania e il 15% va nel Regno Unito. Invece l’ 8%  va in USA e il 18% viene distribuito nel resto del mondo. E’ anche interessante sapere che di tutte le bottiglie prodotte 13 milioni su 40 sono di Soave DOC Classico mentre:

  • 420.000 sono le bottiglie prodotte di Soave DOC Spumante
  • 150.000 di Soave Superiore DOCG
  • 120.000 di Recioto DOCG di Soave
  • 65.000 di Soave Superiore DOCG

 

I vigneti Domìni Veneti situati nel cuore del Soave Classico, in un area pedecollinare a 80 metri s.l.m. con terreni di origine vulcanica, sono coltivati con il tradizionale sistema della pergola veronese.

 

Domìni Veneti vino Soave DOC ClassicoIl Soave DOC Domìni Veneti è un vino che ha la capacità di adattarsi ai diversi stili di vinificazione. Si vendemmiano le uve Garganega, Chardonnay e Trebbiano a fine Settembre e dopo la pigiatura soffice si lasciano fermentare alla temperatura controllata di 14°-16° C. A fine fermentazione il vino viene lasciato maturare sulle proprie fecce fini in serbatoi di acciaio fino a primavera quando è pronto per l’imbottigliamento.

Il risultato di questa elegante composizione

Garganega per l’80%
Trebbiano per il 15%
e Chardonnay per il 5%

raggiunge una gradazione alcolica di 12,50%. Floreale, fruttato, fresco e sapido con note agrumate e sentori di pesca bianca, si serve a una temperatura ideale fra i 10° e i 12° C.

Domìni Veneti produce soltanto una versione ferma e secca che si presenta nella sua interpretazione di vino fresco e leggero con una particolare struttura e acidità. Pur non avendo una lunga capacità di invecchiamento mantiene tuttavia la sua piacevole aromaticità e freschezza al palato e risulta particolarmente adatto agli aperitivi, agli antipasti e ai primi piatti a base di verdura e di pesce, i secondi piatti a base di carni bianche e non può mancare il formaggio Monte Veronese D.O.P.

Si posso azzardare con questo vino anche abbinamenti più curiosi come le ricette di cibi speziati della cucina orientale, le delicate tempura (fritture) giapponesi. Molto bene le crudità di mare e i pinzimoni estivi con salse e oli profumati.

Il tocco finale dell’etichetta che appare nella sua grafica delicata e avvolge la bottiglia racchiude come in uno scrigno il messaggio di un vino semplice e prezioso allo stesso tempo. Come un piccolo tesoro quotidiano Domìni Veneti, top di Cantina Valpolicella Negrar, esalta con stile sobrio ed elegante, aspetti botanici, storici e culturali del territorio anticipando un’esperienza sensoriale di degustazione unica. Nell’immagine di un cedro solitario e probabilmente centenario, come spesso sono i migliori esemplari ancora oggi presenti nei giardini delle ville venete, scopriamo l’identità di un vino che oggi sa farsi notare nonostante il ricco e vasto panorama produttivo veneto. Così come i cedri non passano mai inosservati per la bellezza del loro tronco e della loro chioma. Un tocco di classe fra i vini classici veneti.

 

Ti piacerebbe approfondire la tua conoscenza sui vini veronesi?

Ecco le proposte Domìni Veneti per allargare la tua conoscenza sui vini della Valpolicella Classica.

Domìni Veneti propone diverse esperienze enoturistiche. 

Se sei interessato a conoscere il paesaggio collinare della Valpolicella, a gustarne l’autenticità nei nostri vini prodotti con uve caratteristiche della valle e, perché no, a conoscere la storia di “Cantina Valpolicella Negrar, alle origini dell’Amarone”, prenota la tua visita!

Dopo la passeggiata, potrai scegliere diverse tipologie di degustazione con la possibilità di prenotare il pranzo a base di prodotti tipici in abbinamento a una selezione speciale di vini Domìni Veneti.  

La visita guidata alla cantina comprende una prima tappa al museo dell’appassimento, dove è anche possibile osservare le differenti varietà di uve della collezione di vitigni autoctoni e internazionali coltivati nel Vigneto Sperimentale di Jago;:

  • Corvina,
  • Corvinone,
  • Rondinella,
  • Molinara,
  • Oseleta,
  • Croatina

 

La seconda tappa è nel caveau dei cru dove sono conservate le migliori annate dei vini più pregiati e la prima bottiglia di Amarone risalente al 1939.

La terza tappa è nella bottaia storica.

La proposta enoturistica Domìni Veneti (passeggiata in Valpolicella con pranzo degustazione e visita in cantina) ti stuzzica?

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