Domini Veneti. Valpolicella, la voglia di freschezza si colora di viola
Un vino pensato per chi spesso sceglie d’istinto, attratto solo dal prezzo contenuto, dal nome, dall’insolito colore viola chiaro perlaceo dell’etichetta. Un vino progettato e dedicato ai giovani, quella fascia di consumatori che il mondo del vino corteggia sempre più ostinatamente, ma con risultati non sempre esaltanti. È il Valpolicella Classico Doc 2024 della Cantina di Negrar.
Il nuovo Valpolicella Classico Doc 2024
È il nuovo Valpolicella fresco della Cantina Valpolicella di Negrar e anche, probabilmente, un nuovo modo di intendere i vini rossi di questa zona, diventata famosa nel mondo per prodotti realizzati con uve appassite come l’Amarone o il Ripasso. Vini importanti, strutturati, con colori scuri e profondi, bouquet complessi, morbidezza e alta alcolicità. Tutte qualità che fino a ieri hanno fatto la fortuna dei vini di questa denominazione veronese, e che oggi sembrano interessare molto meno. “Fino a qualche anno fa l’acidità era percepita un problema, mentre la morbidezza era una virtù, ora è l’esatto contrario – conferma l’enologo e direttore generale della Cantina, Daniele Accordini -. Oggi si cerca la verticalità, cioè la freschezza data dall’acidità del vino e da un basso contenuto di zuccheri residui. Questo Valpolicella ne ha solo 3 grammi per litro. È un vino facile da bere, non impegnativo, immediato e, secondo me, rappresenta un prodotto giovane”.
Come tutti i prodotti giovani e per i giovani, è un vino molto diretto e “funzionale” ai nostri tempi. D’estate può essere portato in tavola direttamente dal frigo, ma può essere anche messo in una borsa termica da picnic e aperto sul posto senza problemi. Non serve il cavatappi, strumento tanto utile quanto scomodo da portarsi in giro, perché la bottiglia del Valpo ha il tappo a vite. “Rispetto al nostro consueto Valpolicella Classico della linea Domini Veneti, questo vino è più leggero in tutto: colore, alcol (ha solo 11,5 gradi), struttura – continua Accordini -. L’abbiamo progettato a partire dalla campagna, scegliendo uve davigneti di 20-25 anni, posti tra i 200 e i 250 metri di altitudine, allevati a pergoletta doppia, inerbiti e irrigati a goccia”.
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